Ristorante Da Gorini. San Piero al Bagno. Forlì

È un puro caso la scelta di questo ristorante: causa Covid meglio rimanere in Italia e scoprire luoghi mai visitati. Già arrivarci ed ammirare il verde che circonda questo luogo è uno spettacolo da non perdere e dopo esservi riempiti di natura, la cosa migliore è fermarsi in questo ristorante. La piazza principale di San Piero al Bagno mi ricorda le piazze di alcuni paesi dell’ entroterra beneventano. La location è molto romantica: ogni tavolo costituisce un angolo intimo a se’. Ambienti caldi e accoglienti con qualche traccia del passato di questo splendido edificio. La sorpresa più bella è stata incontrare un ragazzo di Napoli che l’anno scorso ho conosciuto al ristorante Reale di Niko Romito: gentilissimo, simpatico, sorridente, cordiale, attento. Posso dire di essermi sentito a casa. Ma questo non vale solo per lui ma per tutto lo staff che reputo altamente professionale a partire dalla compagna dello stesso Chef. Ogni cosa è fatta con la massima attenzione, nulla è lasciato al caso. Partendo dal pane rigorosamente fatto dallo Chef; L’ amuse bouche è uno spettacolo per occhi e palato: inizio superlativo. Ho scelto “Il vostro menù a mano libera”: una vera novità perché si ha la facoltà di scegliere i piatti preferiti e quindi il proprio percorso. I primi piatti sono i miei preferiti: risotto finocchio, camomilla e limone e tagliolini di rapa rossa con battuto di gamberi e bergamotto candito: sapori forti a cui lo Chef è riuscito a a dare armonia e delicatezza. Posso affermare: una vera melodia per il palato. Altra scoperta: piccione scottato alla brace , estratto di alloro e cipolla al cartoccio. Un piatto ben riuscito perché cucinato in maniera assolutamente perfetta. La Ricciola scottata, vinaigrette al tosazu, alga nori, sedano e mela verde: trovare un piatto così mediterraneo in mezzo all’ Appennino ti regala una sensazione unica, specialmente se fatto con arte. Cosa dire del dolce? Fucsia: rabarbaro al gin, crema di mandorle armelline e sorbetto di lamponi: già il nome è tutto un programma ma se lo assaggiate rimarrete stupiti dalla bontà e dalla delicatezza di questo cavallo di battaglia dello Chef. Per il vino ed il rum siamo stati consigliati da Mauro Antonio Donatiello che è stato gentilissimo non solo nei suggerimenti ma anche nel lasciarci una lista di champagne e Montepulciano da lui preferiti. Prima di congedarci lo Chef è venuto al mio tavolo: un ragazzo poco più che trentenne , molto simpatico. Mi ha colpito la sua genialità ma ancor di più la sua semplicità. Consiglio a tutti di visitare questi luoghi paradisiaci di verde incontaminato e di fermarvi in questo ristorante dove il sapore del cibo vi farà viaggiare su immensi prati pieni di piccole margherite.

Ristorante Skyline Napoli

Quando pensi di aver visto un panorama di questa città credi che non possa esserci niente di meglio. Invece si cade in errore. Ne è la prova il ristorante Skyline che offre ai suoi ospiti una delle più belle viste in assoluto. Devo dire che anche la luna piena ha giocato a loro favore. Il complesso è diviso in tre attività: Villa Damasco, una location di lusso per gli eventi e matrimoni (con chiesa annessa) . Un albergo per coloro che desiderano trascorrere una romantica e rilassante vacanza. Infine , il ristorante: arredamento minimal per dare rilevanza al panorama. Tutto curato nei particolari: è aperto da appena un mese. All’interno c’è persino una saletta privata molto raffinata. Lo staff è attento e vigile. Si vede che hanno cura per i loro ospiti. Per me questo è il biglietto da visita più importante. Il menù presenta dei piatti molto originali e ricercati. Abbiamo iniziato con le ostriche: freschissime, superlative. Peccato che alcune presentavano all’ interno pezzi di guscio che non lasciavano spazio al sapore. Lo staff ne è stato messo a conoscenza . Il risotto triglie, mandorle e melissa era veramente gustoso così come lo spaghettone all’ortica: due piatti veramente ben riusciti. La loro presentazione è ineccepibile. Il baccalà in giro per il mondo non mi ha particolarmente esaltato: non è un piatto a me nuovo per cui oso dare un giudizio. La qualità del pesce non mi ha colpito. I tre tipi diversi di cottura e l’ impiattamento, invece, si. Tra i piatti ricercati abbiamo scelto la carne Wagyu (ci hanno detto che era un A5): questo è un piatto veramente prelibato ma la carne pur essendo ottima era insapore. Siamo al dessert e su questa portata non c’è nulla da dire : tutto assolutamente perfetto. Dalla piccola pasticceria alla rivisitazione della Caprese. Anche il pane era ottimo perché è fatto dagli chef come vuole la tradizione: presentava un sentore di agrumi poiché era da abbinare ad un olio fruttato. Apro una parentesi: lo Chef del ristorante Il Riccio di Anacapri ha tanto da imparare da questi ragazzi! A fine cena abbiamo avuto l’onore di avere al nostro tavolo lo Chef Executive Vincenzo Cuomo, giovanissimo, poco più che trentenne: un ragazzo semplice con tanta voglia di mettersi in competizione. È stato oltremodo gentile a raccontarci un po’ il suo percorso. Sono rimasto stupito quando ha elencato i suoi maestri: Diego Nuzzo del ristorante L’ Altro Coco Loco, Heinz Beck de La Pergola e Palamaro. Un background veramente invidiabile. Infatti mi sono ripromesso di tornare per assaggiare il nuovo menu’ a settembre anche se alcuni piatti non sono stati perfetti: desidero premiare questi ragazzi per aver fatto del loro meglio e aver reso questa serata speciale. Prima di congedarci lo staff ha omaggiato le signore con un presente molto esclusivo: un piattino Rosenthal disegnato per la prima volta da un tatuatore: questa è stata la ciliegina sulla torta. Il conto: per un ristorante avviato si può dire che sia giusto. Per un’attività appena aperta, forse, è un po’ caro. Desidero ricordare la breve vita del fu Sancta Sanctorum che, sin dalla sua apertura, vantava chef famosi e conti salati che non avevano fondamento.

When you think you have seen a panorama of this city, you believe that there can be nothing better. Instead you fall into error. Proof of this is the Skyline restaurant which offers its guests one of the most beautiful views ever. I must say that the full moon also worked in their favor. The complex is divided into three activities: Villa Damasco, a luxury location for events and weddings (with attached church). A hotel for those wishing to spend a romantic and relaxing holiday. Finally, the restaurant: minimal furniture to give relevance to the panorama. All with attention to detail: it has only been open for a month. Inside there is even a very refined private room. The staff are attentive and alert. It shows that they care for their guests. For me this is the most important business card. The menu has gods very original and refined dishes. We started with the oysters: very fresh, superlative. Too bad that some had pieces of shell inside that left no room for flavor. The staff was made aware of this. The mullet, almond and lemon balm risotto was really tasty as was the spaghetti with nettle: two really successful dishes. Their presentation is flawless. Cod around the world has not particularly thrilled me: it is not a new dish for me that I dare to judge. The quality of the fish did not impress me. The three different types of cooking and serving, on the other hand, do. Among the refined dishes we chose the Wagyu meat (we were told it was an A5): this is a truly delicious dish but the meat, despite being excellent, was tasteless. We are at dessert and there is nothing to say about this course: everything is absolutely perfect. From small pastries to the reinterpretation of Caprese. Even the bread was excellent because it is made by the chefs as tradition dictates: it had a hint of citrus as it was to be combined with a fruity oil. I open a parenthesis: the Chef of the Il Riccio restaurant in Anacapri has a lot to learn from these guys! At the end of dinner we had the honor of having at our table the Chef Executive Vincenzo Cuomo, very young, just over thirty: a simple boy with a great desire to compete. He was extremely kind to tell us a little about his path. I was amazed when he listed his teachers: Diego Nuzzo from the restaurant L ‘Altro Coco Loco, Heinz Beck de La Pergola and Palamaro. A truly enviable background. In fact, I promised myself to come back to taste the new menu in September even if some dishes weren’t perfect: I want to reward these guys for doing their best and making this evening special. Before leaving, the staff paid tribute to the ladies with a very exclusive present: a Rosenthal saucer designed for the first time by a tattoo artist: this was the icing on the cake. The bill: for an established restaurant it can be said that it is right. For a newly opened business, perhaps, it is a bit expensive. I wish to recall the short life of the late Sancta Sanctorum which, since its opening, boasted famous chefs and salty bills that had no basis.