L’ Ebrezza di Teonilla

Siamo tutti consapevoli che Napoli è ricca dal punto di vista storico e architettonico, ma pochi sono a conoscenza che, dietro un portone , può celarsi un ristorante. Questo non è un portone anonimo bensì l’ingresso di Palazzo Ravaschieri di Satriano (1605). La geniale idea è venuta al proprietario di una famosa enoteca napoletana “L’ Ebrezza di Noe’”. Un locale storico dove la maggior parte dei napoletani avranno trascorso qualche ora per sorseggiare ottimi vini di pregio. La stessa cura la troviamo in questo nuovo ristorante. Non appena si entra ci si trova davanti uno spettacolo incantevole. Sembra quasi di mangiare in un museo. È questa la sua particolarità. È possibile desinare sia all’interno che all’esterno . Nonostante il freddo ho preferito mangiare all’esterno per ammirare tutto ciò che mi circondava . C’è l’imbarazzo della scelta: ammirare i piatti o la maestosità della struttura. Un menù ben composto e una carta dei vini semplice e non pretenziosa. I due chef , Dario e Antonio, riescono a creare, sulla base della tradizione napoletana, piatti rivisitati,in chiave moderna, delicati e armoniosi: anche loro, che avevano un’ osteria a Quarto, hanno subito l’effetto domino del Covid così come molti altri ristoranti (vedi Lavica). Oggi però si ritrovano a cucinare in questa splendida location. In questo caso vale il proverbio “quando si chiude una porta si apre un portone”. L’ antipasto più gettonato è il mini bun con cotoletta al panko di baccalà di Lofoten: assolutamente da non perdere. Ma anche la bistecchina di quinto quarto di manzo con crudo di gambero rosa e il roast beef “selezione Bifulco “ hanno un loro perché. Tra i primi da provare ci sono i ravioli ripieni di genovese, le tagliatelle, come i ravioli, rigorosamente fatti a mano, con carciofi e caciocavallo podolico. Consiglio gli spaghetti al ragù di seppia presentati in maniera eccellente e i tubettoni al ragù di cernia. Tra i secondi ho preferito assaggiare il cube roll di manzo , anche questo “selezione Bifulco” e il brasato di guancia di manzo con zucca e funghi porcini. Entrambi i piatti sono una vera prelibatezza . La carne è veramente tenerissima. Non amo mangiare dessert eccessivamente pesanti dopo cena e per questo motivo mi sono lasciato consigliare : ho scelto una delicatissima millefoglie con cioccolato fondente e frutti di bosco. Una delizia per il palato proprio per la sua leggerezza. Cosa importante: il pane e i grissini sono preparati da loro. Non come al ristorante Il Riccio di Anacapri. Una vera delusione che porto ancora dentro. Altra nota importante è l’atmosfera di quiete e relax che si respira. Nonostante fuori ci sia un gran viavai di gente , per la molteplicità di ristoranti in vico Satriano, all’interno c’è pace e serenità costante , non intaccata da alcun agente esterno. Insomma, se volete trascorrere una serata piacevole e romantica questo è il posto giusto. Colgo l’occasione, rivolgendomi a tutti coloro che fanno video sponsorizzando Napoli con pranzi o cene che vanno dai 5 ai 15 euro: state sottovalutando la nostra città e tutti gli chef che mettono amore e passione nel loro lavoro. Se andate in vacanza e non potete permettervi di mangiare nei ristoranti, almeno cercate di non inficiare il lavoro degli altri.

Mini bun con cotoletta al panko di baccalà di Lofoten
Bistecchina di quinto quarto di manzo con gamberi rosa
Roast beef “selezione Bifulco”
Ravioli ripieni di genovese
Spaghetti al ragù di seppia

Tagliatelle con carciofi e caciocavallo podolico
Tubettoni al ragù di cernia
Brasato di manzo
Cube roll “selezione Bifulco “
Millefoglie

Ristorante Il Riccio Anacapri COME UNA STELLA SI TRASFORMA IN BUCO NERO

Sono passati più di dieci anni dall’ultima volta che ho cenato in questo luogo ed ero curioso di vedere come si fosse evoluto: ho seguito sui social il cambio di gestione, il restyiling e la consegna della stella. Tante cose sono accadute da allora, tra cui il Covid che ha praticamente spaccato questo paese in due, mettendo in ginocchio la nostra economia. Tanti progetti, tanti investimenti ma soprattutto tanti viaggi sono saltati: i miei erano tre. E allora cosa fare per rallegrarci un po’ di questa mancanza, indipendente dalla nostra volontà? Poiché non è ancora sicuro lasciare la regione qual’e’il posto più vicino e più ambito al mondo? Capri. Quale migliore occasione per andare finalmente a toccare da vicino il nuovo ristorante stellato. Detto fatto. Mentre il minibus mi portava a destinazione pensavo tra me: dopo aver visitato tanti ristoranti chissà lo Chef, di un luogo così incantato, così famoso, così desiderato, cosa mi proporrà? Arrivo in questa incantata terrazza lounge dove si gode un tramonto unico: possiamo definire questo luogo “il paradiso sceso in terra”. Qui tutto è curato nei minimi particolari: nulla è lasciato al caso. C’ è una cura per l’ospite dettagliata. Riescono a trasmettere emozioni e sensazioni uniche. Io ho avuto la fortuna di essere assistito dal giovane Daniele Piazza che mi ha narrato la storia del cocktail da me scelto con molta grazia descrivendomi profumi e sapori che ci hanno introdotto al tramonto. Anche la musica era assolutamente perfetta grazie alla bellissima dj. Scendo finalmente nella sala ristorante che da tempo agognavo di ammirare: l’avevo vista solo sui social. I colori si sposano con il mare, la cucina completamente a vista e la famosa stanza dei dessert. Ero felicissimo come un bambino: un sogno che si realizzava. Il mio tavolo era davanti al mare. Mi siedo e noto già la gentilezza con cui accompagnano la mia sedia. Ottimo inizio. Giunge il menù, lo sfoglio e non vedo nulla di eccezionale: i soliti classici. Nessun percorso di degustazione. Nessuna storia. Mi arriva un banale cestino del pane e mi dicono che non è fatto dallo chef ma acquistato a Napoli. In un ristorante stellato a Capri? Rileggo il menù e le uniche cose che mi colpiscono sono un tris di tartarre di tonno: conosco Chef che sanno fare di meglio. Un’ elica con crema di scarola, tonno cotto, tonno crudo e bottarga: buono ma mal presentato. Per quanto riguarda il secondo ho chiesto una modifica del piatto originale poiché non sono amante dei molluschi e dei frutti di mare: ricciola e branzino alla griglia, il tutto accompagnato da una caponatina. Buono ma senza una storia. Ho esitato per il dolce perché i piatti erano troppo abbondanti. Alla fine mi sono recato alla vetrina della famosa Stanza dei dessert che erano veramente tanti: c’è l’imbarazzo della scelta. Ma ho optato per una capresina ed un piccolo babà. Mi è giunto un piatto veramente triste: ma cosa vi hanno fatto di male quei due piccoli esserini? Senza un po’ di crema o di gelato o un minimo di guarnizione? Ma soprattutto: questo è un ristorante stellato? Qui manca la cura e trovo una grande discrepanza tra le attenzioni che ho avuto sulla terrazza e quelle non ricevute nella sala. In questa occasione mi sono sentito un numero non una persona speciale come dovrebbe accadere in ristorante stellato. Capisco che siamo in un periodo particolare ma proprio per questo motivo se un turista, di questi tempi, viene a cena in uno dei più famosi ristoranti di Capri, nonché stellato, e ti porta dei soldi, tu devi dare il massimo della cura, delle attenzioni: farlo sentire speciale. Signori non è la location che fa la stella, non è la stella che fa lo chef bensì il contrario: questo è il mio motto. Altrimenti siete tutti al livello di un qualunque ristorante. Uno chef stellato non scende a compromessi: a Palazzo Petrucci non fanno lo spaghetto a vongole o se lo fanno lo modificano in chiave moderna ed originale. Infine un ristorante stellato non dovrebbe avere tanti tavoli perché, come ho detto precedentemente, il cliente non è un numero ma una persona speciale.

More than ten years have passed since the last time I dined in this place and I was curious to see how it had evolved: I followed the change of management, restyling and delivery of the star on social networks. So many things have happened since then, including Covid which has practically split this country in two, bringing our economy to its knees. So many projects, so many investments but above all so many trips have failed: mine were three. So what to do to cheer up a little of this lack, independent of our will? Since it is still not safe to leave the region which is the closest and most coveted place in the world? Capri. What better opportunity to finally go and touch the new starred restaurant up close. No sooner said than done. While the minibus was taking me to my destination, I thought to myself: after visiting so many restaurants who knows the Chef, about such an enchanted place, so famous, so desired, what will you offer me? Arrival in this enchanting lounge terrace where you can enjoy a unique sunset: we can define this place as “paradise come down to earth”. Here everything is treated in detail: nothing is left to chance. There is a detailed guest care. They manage to convey unique emotions and sensations. I was lucky enough to be assisted by the young Daniele Piazza who told me the story of the cocktail I chose with much grace by describing the aromas and flavors that introduced us at sunset. Even the music was absolutely perfect thanks to the beautiful DJ. I finally go down to the restaurant room that I have long wanted to admire: I had only seen it on social networks. The colors blend with the sea, the fully open kitchen and the famous dessert room. I was overjoyed as a child: a dream come true. My table was facing the sea. I sit down and already notice the kindness with which they accompany my chair. Excellent start. The menu arrives, I browse it and I don’t see anything exceptional: the usual classics. No tasting path. No story. I get a trivial bread basket and they tell me that it is not made by the chef but purchased in Naples. In a starred restaurant in Capri? I reread the menu and the only things that strike me are a trio of tuna tartare: I know chefs who know how to do better. A propeller with escarole cream, cooked tuna, raw tuna and bottarga: good but poorly presented. As for the second, I asked for a modification of the original dish since I am not a lover of shellfish and seafood: grilled amberjack and sea bass, all accompanied by a caponatina. Good but without a story. I hesitated for the dessert because the dishes were too abundant. In the end I went to the window of the famous Dessert room which was really a lot: there is plenty of choice. But I opted for a capresina and a small babà. A really sad dish came to me: but what did those two little creatures do to you? Without a little cream or ice cream or a minimum of garnish? But above all: is this a starred restaurant? Here there is no cure and I find a great discrepancy between the attentions I had on the terrace and those not received in the room. On this occasion I felt a number not a special person like it should happen in a starred restaurant. I understand that we are in a particular period but precisely for this reason if a tourist, in these times, comes to dinner in one of the most famous restaurants in Capri, as well as starry, and brings you money, you must give the utmost care, attention: make it feel special. Gentlemen it is not the location that makes the star, it is not the star that makes the chef but the opposite: this is my motto. Otherwise you are all at the level of any restaurant. A starred chef does not compromise: at Palazzo Petrucci they do not make spaghetti with clams or if they do they modify it in a modern and original way. Finally, a starred restaurant should not have many tables because, as I said earlier, the customer is not a number but a special person.

Amuse bouche

Tris di tonno

Eliche con crema di scarola tonno cotto tonno crudo e bottarga
Branzino e ricciola alla griglia
Capresina e babà

Spazio Rivisondoli 19mo Corso Ristorante Didattico

Il motto è sempre lo stesso: “Questo non è un ristorante. Questo è un laboratorio”. È iniziato il percorso didattico/lavorativo del 19 mo corso dell’ Accademia di Niko Romito. I ragazzi sono molto emozionati ma pronti e motivati. Ognuno di loro ha la propria storia. Il proprio background. Il proprio vissuto. Sono fanciulli con tanta voglia di apprendere ma soprattutto desiderano un riscontro sul volto del commensale.

Il menù di quest anno è molto diverso dal solito. Tutto è puntato sull’ “Antipasto in condivisione”: otto piccole portate, otto piccoli assaggi che, nonostante tutto, riempiono . Soprattutto se accompagnate dal croccantissino pane dello chef tristellato. Si parte con parmigiana di melanzane, salpicon di verdure con cubetti di polenta di ceci croccanti, filetto di trota, polpettine di brasato, carpaccio di pomodoro “pero d’Abruzzo, baccalà mantecato e ricotta infornata. Tutto per la modica cifra di 23 euro a persona. Nel menù sono contenuti due primi e due secondi: candele pecorino e limone, tagliatele fatte a mano con ragù abruzzese e capocollo nonché pollo. Come sempre ho trovato gentilezza , cortesia ma soprattutto ho apprezzato la grande fantasia nel creare l’antipasto.

Buon lavoro ragazzi e in bocca al lupo per la vostra carriera.

Laion Valle Isarco

Il Trentino Alto Adige è una regione straordinaria ed offre una varietà di attrazioni dal punto di vista naturale/paesaggistico ma soprattutto mira alle strutture di accoglienza per il turismo. Le Valli sono tante e ampie: difficile da visitarle tutte in una volta. Per la mia permanenza ho scelto la Valle Isarco che è il cancello di entrata della Val Gardena e la Valle de Cleises. Lo stupendo panorama sulle montagne circostanti, così come la tranquillità nel cuore della natura, trasformano Laion in un’amata destinazione per le vacanze. In quest’area, ogni stagione sorprende con le sue peculiarità: dalla fioritura dei ciliegi in primavera, alle varie tonalità di colori in autunno; dalle escursioni estive a quelle sulle cime innevate durante la stagione sciistica. Questo paesino racchiude colori, profumi che non so descrivere se non con alcuni scatti.

Il Maso, questo è il nome della tipica fattoria del Trentino, ANSITZ SEHETNER, è un luogo perfetto per trascorrere la vostra vacanza. Situato nella piazzetta principale, offre ai suoi ospiti la possibilità di partecipare alla vita quotidiana di coloro che gestiscono la stalla e il campo. I bambini possono assistere alla mungitura del latte. Le camere, di varie tipologie, sono calde e accoglienti: dogato ovunque. La colazione non solo è abbondante ma sana, saporita e genuina poiché è tutto preparato con le loro mani. I proprietari sono molto cortesi. Specialmente la signora. Per finire , come ciliegina sulla torta, è attrezzato anche di un centro benessere. Dispone di una sauna finlandese, bagno turco aromatico, doccia emozionale, zona relax e molto altro ancora – Un’oasi di pace dopo una giornata trascorsa tra le montagne. Cosa si può desiderare di più?

In questa regione si mangia bene dappertutto. Come ho già detto, la cura per l’ospite viene prima di ogni altra cosa. Prodotti tipici del territorio, talvolta presentati nella loro essenzialità ed altre volte elaborati. La prima sera abbiamo cenato in un ristorante del luogo. Se siete amanti della carne e dei canederli, allora lo amerete immediatamente. Inoltre, se apprezzate il Pinot Noir, è consigliabile assaggiare tutte le cantine del luogo per assaporarne le varie sfaccettature.

Prima di passare alla seconda tappa culinaria desidero soffermarmi su Ortisei: una cittadina piena di colori che impreziosiscono le facciate di questi edifici.Molto turistica ma mai caotica. Abbiamo preso un aperitivo al bar sul corso principale. Ovviamente da visitare.

Villandro è una ridente cittadina che sorge su un pendìo. Era un centro di smistamento del piombo, dell’argento e del rame . Tanto è vero che sono stati riportati alla luce reperti dell’età del ferro, del bronzo e della pietra. Interamente circondato dal verde è uno spettacolo ammirarne la diversità dei colori con il cambiare delle stagioni. L’ hotel ANSITZ STEINBOCK, grazie alla sua posizione, gode di un panorama fantastico. L’edificio è simile ad un castello e risalente al 15mo secolo. L’arco gotico a tutto sesto domina così come la torre con il bovindo. Ha subito una ristrutturazione realizzata con grande sensibilità e valorizzazione del patrimonio storico. L’ albergo è munito di suite, centro benessere e di un ottimo ristorante. Come ho detto precedentemente, piatti tradizionali ma stavolta più elaborati e ben presentati. Materie prime eccellenti. Personale preparato, gentile e disponibile. Un’atmosfera calda e romantica. Interni minimal, mantenendo l’originalità dei toni e dei particolari dell’epoca. Assolutamente da provare.

Chiusa/Klausen si trova nel cuore della Valle d’Isarco. È circondata da vigneti e castagneti. In quanto centro urbano medievale, per la sua rilevanza storico-architettonica, è stato dichiarato uno dei borghi più belli d’Italia. Attraverso l’arteria principale, ricca di colori, piante ornamentali e installazioni è possibile visitare tutte le attrazioni più importanti tra cui il monastero benedettino. Consiglio una passeggiata da Chiusa al monastero di Sabiona cseguendo il sentiero che passa per il suggestivo Castel Branzoll.

Prima di concludere questa prima tappa nella Valle d’Isarco mi soffermo sul ristorante Tubladel che si trova ad Ortisei. Al primo impatto, guardandolo esternamente, non ho avuto una buona impressione. Una volta entrato ho cambiato idea per l’eleganza e la sobrietà degli interni: caldi, accoglienti, e tutto rigorosamente in legno. Una vera e propria baita. Ottime materie prime e piatti visivamente belli. L’unica pecca è stato questo viavai di gente che mi ha fatto sentire poco speciale. Secondo la mia opinione è meglio rinunciare a qualche cliente per avere più cura dei pochi veramente appassionati.

AMAN Venezia

Di tutti i luoghi più incantevoli e romantici che ho visitato, questo è, a mio avviso, il più bello. Se mettiamo insieme la struttura con i suoi interni, arredi, ampie sale e la vista sul Canal Grande allora il gioco è fatto. Questa è la maestosa location dove George Clooney si è sposato. L’ingresso è costituito da un grande cancello che permette di entrare in un giardino che conduce davanti ad una porta altissima attraverso la quale si intravede, all’interno, un lampadario che definire “grande” è poco. Dal nostro tavolo, che si trovava nel giardino, si poteva ammirare la laguna con le sue gondole ammantate da cappe blu cobalto che si riflettono nell’acqua . Un’atmosfera veramente suggestiva e ammaliante. Cenare con tale paesaggio è una vera fortuna. Il servizio è eccellente ed i piatti molto semplici e ben curati dallo Chef Dario Ossola: materie prime del luogo eccezionali partendo dal pesce fino alla carne. L’ Executive Chef è una persona molto semplice a cui piace lo sci, ma soprattutto scalare le montagne. Un vero temerario. Ad esaltare maggiormente la serata è stata la piacevole conoscenza del direttore dell’albergo che, stupito dalle nostre parole sulla magnificenza della struttura, si è avvicinato al nostro tavolo. A quanto pare c’è poca gente che riesce ad apprezzare l’unicità dell’ AMAN. Noi, invece, poiché l’accoglienza è stata così gradevole, siamo tornati per la seconda volta. Questi alcuni scatti delle serate.

RISTORANTE LA TORRE DI SPILIMBERGO.

Il feeling è iniziato con una semplice telefonata: volevo accertarmi che il ristorante avesse i tavoli all’esterno. Da qui è nata subito una grande intesa basata, appunto, sul rispetto reciproco: una qualità oggi poco conosciuta.
La location ha una storia molto interessante. Malgrado il castello abbia subito molte modifiche negli anni, la struttura conserva il suo fascino vetusto. I tavoli all’esterno trasmettevano un’atmosfera molto romantica con le luci soffuse. Il vino consigliato, un blend di Cabernet Sauvignon e Refosco, era ottimo. Lo Chef è molto creativo e riesce a dare, usando materie prime locali, delicatezza ai piatti di una cucina friulana che è molto sostanziosa anche quando è povera. Usare l’orzo al posto del riso è stata una grande idea. La terrina di pesce azzurro, il rotolo di pasta con rapa rossa, la pancia di maialino e per finire “nuvola di tiramisù” : il nome non le rende giustizia per la sua leggerezza. Al termine della cena lo Chef mi ha omaggiato di due stupendi libri: la strada del vino e dei sapori del Friuli e una guida di ristoranti italiani. Mai regalo fu tanto apprezzato. Per premiare la loro gentilezza e cortesia siamo successivamente ritornati per gustare ancora una volta le loro prelibatezze.

Ristorante Vecchia Malcesine One Michelin Star. Lago di Garda.

Era una notte molto buia. Un vero peccato perché da questo ristorante si gode un ampio panorama che affaccia sul Lago di Garda. Nel contempo, però, mi sono concentrato sia sullo Chef che su i suoi piatti. Leandro Luppi, di origini altoatesine è ormai in voga da moltissimi anni. Una persona eclettica: serio, ironico, sorridente e soprattutto osserva ogni cosa. In un primo momento ammira le portate e successivamente la reazione sul volto dei commensali. Tutto deve essere perfetto ed il bicchiere deve essere sempre riempito. Con grande stupore leggendo il menù mi sono reso conto che non si poteva scegliere al là carte bensì solo tra tre percorsi di degustazione, di cui uno interamente vegetariano. Parlando, poi, con qualche Chef stellato , sono stato notiziato: oggi molti ristoranti offrono questa tipologia di menù. Ma Leandro Luppi è veramente all’avanguardia e si vede nei piatti che giungono al tavolo. Non spaventatevi sul prezzo perché ne vale veramente la pena: le pietanze contengono un qualcosa di magico, di unico, di sublime.

Ristorante Porto Pojana Terminus & Ristorante Le Lac

Desidero parlare di due ristoranti nello stesso tempo non solo perché ho constatato molte affinità ma in particolar modo perché entrambi si affacciano sul lago di Lugano: su sponde opposte. La città è incantevole. Nei giorni soleggiati è piacevole passeggiare intorno allo specchio d’acqua e magari fermarsi e ammirare come i raggi solari si riflettono creando magnifici giochi di luce. Questo luogo è tutto da scoprire: potrete apprezzare uno splendido panorama percorrendo la strada che vi porterà fino a Bre’. Una tappa assolutamente da non perdere. Ma torniamo alle locations su menzionate. Il ristorante Porto Pojana Terminus si trova a Riva San Vitale e, dalla sua posizione, si gode una vista indimenticabile, ma Le Lac, che si trova a Melide, è proprio sul lago. Per tale motivo lo scenario è veramente mozzafiato.

Dal punto di vista storico architettonico, l’edificio del ristorante Porto Pojana è stato eretto alla fine dell’ 800 come punto di ristoro per le diligenze che collegavano San Gallo a Varese (da cui il nome Teminus). Negli anni ‘80 è stato trasformato, ampliandolo: vi è il ristorante nonché gli alloggi per il personale e gli avventori. La particolarità è questo mix di colori, che messi insieme, donano un tocco armonioso e di stile. Non appena si entra, non si può fare a meno di notare, sul lato sinistro, la cucina a vista. Questo è un luogo di ristoro adatto a tutte le occasioni: dalla cena romantica a quella aziendale: accanto al mio c’era un tavolo di tutti uomini d’affari. Altra particolarità è “la stanza sigari”. Desidero informarvi che tale tipologia di sala ormai è in voga in diverse strutture: necessaria perché si possa trascorrere qualche momento di relax, dopo cena, sorseggiando preziosi whisky e distillati ma, soprattutto, fumando un ottimo sigaro. Sentirete l’odore del legno alle pareti e della pelle dei divani. Un’esperienza sensoriale assolutamente da provare. Il servizio è eccellente: un menù a base di prodotti locali presentati in modo molto ricercato e raffinato. Ottima carta dei vini. Tutti estremamente gentili e cordiali. Sono sicuro che una volta entrati non vorreste più andarvene.

Il ristorante Le Lac punta tutto sulla sua posizione strategica. All’interno si respira un’atmosfera soft moderna, armonizzata dai tavoli color legno. L’esterno è particolarmente adatto per cene romantiche. Per celebrare un anniversario. Un menù ampio, così come la carta dei vini, dove potrete trovare prodotti locali eccellenti e sentire i profumi mediterranei da cui questa cucina attinge. Sono stato molto a mio agio in questo luogo grazie anche ai consigli ed agli aneddoti raccontati dal personale che è stato accanto a noi per tutta la cena. Posso affermare con assoluta certezza che il servizio è stato impeccabile.

Ristorante ACLA Hotel Schweizerhof Saint Moritz

Il ristorante/hotel è poco distante da casa: quale migliore occasione per fare due passi a piedi ed ammirare il panorama fino a giungere nella piazza/salotto di Saint Moritz dove è situato questo elegantissimo albergo. Anche qui troviamo una sala per fumatori: sempre arredata in stile molto classico: legno di radica. Potersi sedere e gustare un buon sigaro accompagnato da un rhum bello morbido: il massimo della vita. Io ho consumato una normale sigaretta sorseggiando un calice di vino rosso. L’ hotel possiede una sala da pranzo per gli ospiti ed il ristorante Acla che comprende un’ ala della struttura che affaccia sulla piazzetta. Gli interni sono moderni ma l’atmosfera è suggestiva poiché alcuni tavoli si trovano in cunicoli che mi ricordano la casa degli “hobbit”. Il servizio è ottimo. Sempre gentili e disponibili. Tra coloro che lavorano in tale location abbiamo conosciuto uno dei tanti italiani che lavorano in Svizzera. Esattamente di Ischia. È stato un incontro piacevole. Se a qualcuno può interessare qui si sfornano pizze stupende.

Ristotante GIGERs Hotel Waldhaus Sils

Solo se siete clienti dell’albergo o avete prenotato al ristorante potrete passare per questo piccolo ma incantevole paesino “Segl” che vi condurrà sulla strada, in salita, fino a destinazione. Per parcheggiare basta chiedere al concierge dell’hotel. La struttura è enorme ma ciò che si trova al di fuori lo è altrettanto: campi da calcetto, campi da tennis. Non si fanno mancare nulla. Entriamo nel ristorante che si trova nell’edificio frontale: struttura moderna, interni minimal ma con prevalenza del legno. Segno indistinguibile del loro stile che apporta calore alla sala. Pasta fatta a mano e carne prelibata. Gentili, cordiali e disponibili: la cura dell’ospite è la caratteristica predominante di questi luoghi. Ecco alcuni scatti della serata.

Ristorante Chasellas Saint Moritz

Quella sera ero terrorizzato perché il navigatore era offline ed io non avevo la più pallida idea di come arrivarci. Eppure avevo chiesto informazioni a più di una persona ma non ho avuto riscontro positivo. Alla fine ho raggiunto la destinazione. Una vera sorpresa. L’edificio è alquanto suggestivo, tipico di queste zone. Da questa posizione si domina. Il ristorante è molto accogliente, con le note di colore del dogato: ben curato. Una baia di montagna gradevole e ospitale gestita da persone altamente professionali: si nota dall’accoglienza al servizio. Vista l’ empatia ne è nato un dialogo interessante che mi ha fatto capire quanta importanza danno all’ospite . I piatti contengono materie prime locali d’effetto e d’ eccellenza rivisitate con fantasia e sublimi per il palato. Anche il semplice pollo e patate era molto saporito. Questi alcuni scatti della serata.

Hotel Waldhaus am see.

La prima cosa da dire ma anche la più importante è che questo è l’unico albergo di Saint Moritz che è situato esattamente sulle sponde del lago omonimo. Tutte le altre strutture hanno una visuale dall’alto. L’atmosfera è stata così calda e accogliente che ho cenato per tre volte. Complice anche lo staff: amichevole, empatico, efficiente e disponibile. Non sempre è possibile avere un tavolo accanto alla finestra che fa da cornice ad uno degli spettacoli più belli della natura. Ma per premiare la nostra fedeltà ci hanno accontentato. Il menu è ampio così come la carta dei vini: veramente una vasta scelta. Ho assaggiato dal pesce alla carne: pienamente soddisfatto per il rapporto qualità prezzo. Nulla di esigente: buone materie prime, e servizio eccellente. Cosa desiderare di più? Questo albergo, oltre ad una considerevole cantina di vini, vanta una preziosa collezione di whisky, tanto da entrare nel Guinness book of world records. Se dovessi scegliere di trascorrere le vacanze in un albergo di sicuro sceglierei questo: non solo per la posizione strategica, ma anche per l’eleganza, la tranquillità, la splendida saletta bar piena di bottiglie e per la gentilezza di tutto lo staff.